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    Interventi e opere per la difesa costiera

    L’adozione delle azioni volte alla difesa dei tratti costieri interessati da fenomeni erosivi implica una valutazione, a monte, delle differenti opzioni di intervento possibili per fronteggiare l’erosione. Occorre considerare diverse soluzioni in una visione estesa delle problematiche da affrontare, in funzione dell’assetto territoriale corrente, dei possibili effetti attesi del cambiamento climatico e della risposta conseguente alla soluzione investigata in un’ottica di costi/benefici nel tempo, e quindi di sostenibilità, per il territorio, per l’ambiente e per la collettività.
    Gli interventi di difesa costiera, realizzati per salvaguardare le coste dai fenomeni di erosione e allagamento, in diversi casi possono ostacolare la libera propagazione del moto ondoso e causare alterazioni nelle aree costiere limitrofe. In generale, oltre a proteggere la costa, gli edifici e le infrastrutture in prossimità delle aree di intervento, la realizzazione di opere di difesa provoca alterazioni del trasporto litoraneo, tipicamente caratterizzati da accumuli nella zona protetta e perdite nelle aree limitrofe. Occorre, dunque, pianificare gli interventi di difesa non come opere singole, ma come componenti di un sistema complessivo di difesa, da studiare nella scala dell’unità fisiografica, al fine di limitare ogni possibile effetto, diretto e indiretto, sull’ambiente costiero (erosione, esondazione, intrusione del cuneo salino, alterazione degli habitat preesistenti, ecc.).
    Non esiste, in generale, l’opera “migliore in assoluto”. Caso per caso, in funzione degli obiettivi della pianificazione costiera, è necessario:

    • analizzare accuratamente le caratteristiche fisiche dell’unità fisiografica in esame, la dinamica litoranea e il suo bilancio sedimentario;
    • definire le cause che mettono in crisi il tratto di litorale; 

    • scegliere la tipologia e l’insieme di opere compatibili con le analisi realizzate; 

    • valutare gli effetti indotti, sia dal punto di vista dell’efficacia che delle possibili conseguenze ambientali indesiderate, con strumenti modellistici idonei a supportare la comparazione, la scelta finale e l’ottimizzazione dell’opera. 


    Individuata un’ipotesi di intervento, il passo successivo consiste nella verifica della coerenza dello stesso con la programmazione e pianificazione territoriale e l’assetto vincolistico dell’area. Una corretta definizione degli aspetti programmatici (pianificazione e programmazione, vincolistica), infatti, permette di individuare eventuali elementi ostativi e/o vincolanti per la realizzazione dell’intervento.
    Le tipologie di intervento possono essere di tipo indiretto (se prevedono il controllo, la prevenzione e la gestione delle risorse del territorio) e diretto (se provocano una modifica del profilo di spiaggia).
    La difesa di un tratto di costa realizzata attraverso interventi di tipo diretto consente:

    • la riduzione della risalita e della tracimazione delle onde e il sostegno del terreno a tergo (es. difese aderenti);
    • la protezione dall’azione erosiva dell’onda (es. barriere distaccate e pennelli);
    • il rifornimento artificiale di sabbia per bilanciare le perdite di sedimenti (ripascimenti liberi o protetti).

    Tenendo presente che ogni classificazione comporta delle necessarie semplificazioni e che talune opere includono diversi principi funzionali, sono comunque distinguibili due grandi categorie di opere i cui principi prevalenti rispondono alle seguenti descrizioni:

    • Opere che tendono a ridurre il moto ondoso incidente sul tratto di costa in erosione. Questo genere di opere fonda il proprio principio di funzionamento sullo smorzamento del moto ondoso incidente, creando una zona di relativa “calma” verso la costa e riducendo quindi indirettamente il trasporto solido che genera erosione.
    • Opere che tendono ad intercettare il trasporto solido. Queste opere non riducono il moto ondoso incidente ma sono realizzate principalmente per intercettare in maggiore o minore misura il trasporto solido.

    La valutazione dell’efficacia di un intervento può essere eseguita analizzando i risultati sia in termini di protezione ottenibile che di effetti indesiderati, morfodinamici e ambientali, indotti dalle opere. E’ possibile definire una griglia di parametri finalizzati alla valutazione dell’efficacia di un intervento in funzione degli obiettivi dei singoli interventi di protezione, i quali possono essere classificati ulteriormente in diverse categorie.
    Molto importanti sono le attività di monitoraggio, da effettuarsi prima, durante e dopo la realizzazione delle opere, con particolare riguardo alle componenti per le quali sono attesi degli impatti. Com’è noto, le azioni di monitoraggio servono a verificare la correttezza delle valutazioni effettuate e, se necessario, ad intervenire per eventuali azioni correttive.
    Nel percorso progettuale non deve essere dimenticato l’aspetto relativo alla manutenzione dell’opera, in taluni casi irrinunciabile. La manutenzione va eventualmente tenuta presente sia dal punto di vista degli oneri economici che essa comporta, che da quello realizzativo, in funzione della collocazione dell’intervento.
    Per la definizione degli aspetti progettuali possono essere consultate, insieme agli altri riferimenti bibliografici, le recenti “Linee guida per le attività di programmazione e progettazione degli interventi per il contrasto del rischio idrogeologico” prodotte dalla “Struttura di missione contro il dissesto idrogeologico e per lo sviluppo delle infrastrutture idriche - Italia Sicura”.